Mancate Bonifiche Memoria

Nel corso del Consiglio comunale del 21 dicembre 1993, la Giunta Badilini di allora propose ai Consiglieri di esprimere parere favorevole affinché la allora ditta VALS.ECO (ora Gruppo Systema) predisponesse piani di bonifica di aree che erano state cave e che una volta dismesse erano divenute sede di discariche non controllate (le leggi su questi impianti sono del 1982 e quindi successive a quei fatti e per questo quegli stessi fatti non erano fonte di denuncia penale).

Con una lettera del 12 ottobre 1993 la VALS.ECO si era dichiarata disponibile a predisporre un progetto che constava in due principali interventi, ovvero : 1) lo studio delle aree degradate nel Comune di Montichiari, la progettazione delle relative bonifiche e la riqualificazione ambientale delle aree bonificate; 2) la progettazione di un progetto di discarica … dimensionata in modo da ricevere i rifiuti derivanti dalle suddette bonifiche ecc.ecc. Tutti allora capimmo bene che lo studio e le bonifiche erano un pretesto per aprire una nuova discarica, ma il do ut des parve utile per effettuare per l’appunto dette bonifiche senza che il Comune fosse gravato da costi e contemporaneamente, grazie ad una successiva convenzione, che Montichiari potesse incassare milioni di lire da utilizzare per varie opere pubbliche a partire dalle fognature.

Alla fin fine la discarica fu autorizzata dalla Regione [DGR VI/17756 del 1996] e la convenzione tra la ditta ed il Comune fu sottoscritta e formalizzata con atto del 22/09/1998 (Giunta Badilini); detta convenzione prevedeva che i siti fossero bonificati entro il 2001 in uno spazio appositamente riservato dal di scaricatore in un volume di 300.000 mc.

Nel frattempo la ditta procedette alla propria attività di discarica e nel contempo bonificò (per poi fermarsi) una delle quattro aree, la Bonomi (confermando con ciò di rispettare la convenzione col Comune), presentando nel 2003 un piano di “messa in sicurezza” delle altre tre.

Systema propone nel 2007 al Comune, che accetta [Cfr.Del.Giunta 110 del 2005, Sindaco Rosa] un cambio di progetto (7 anni dopo la scadenza degli obblighi di bonifica) per risparmiare e non certo perché non sia possibile procedere alla rimozione degli stessi pur applicando le migliori tecnologie disponibili.

In una memoria di ACM si legge come : “dall’analisi della documentazione messa a disposizione” (documentazione avuta con molta fatica dal Comune dopo una diffida, che anche io firmai in quanto mi sentii parte in causa essendo stato Assessore ed avendo avuto in carico la delega ambientale) “è emersa una situazione di poca chiarezza nei rapporti tra Comune di Montichiari e Valseco/Systema Ambiente/Gruppo Systema. Nonostante il ricorso a diversi strumenti (interrogazioni, accesso agli atti, diffida) il Comune non ha fornito alcuna giustificazione in merito alla scelta di modificare gli impegni che erano stati assunti da Gruppo Systema e che avevano giustificato a suo tempo la realizzazione della discarica Valseco. Le modifiche apportate alla convenzione hanno determinato di fatto un evidente beneficio per il Gruppo stimabile in oltre 70 milioni di euro tra minori costi per la scelta della messa in sicurezza e la messa a reddito dello spazio resosi disponibile in discarica che avrebbe dovuto accogliere i rifiuti provenienti dalle bonifiche”.

A fine 2011, anche in seguito alla diffida verso il Comune affinché presentasse tutte le carte, il Comune diede incarico al prof.ing.Raffaello Cossu, consulente della Regione Lombardia, con l’obbiettivo di verificare ed aggiornare la situazione dei siti e le possibili metodologie di intervento.

In buona sostanza Cossu definisce “non idonea” la messa in sicurezza col “capping” e al momento non praticabile altra soluzione, senza fare altri studi e progetti, che non sia l’asportazione totale e la resa ai proprietari dei terreni ad uso agricolo, metodo sottinteso come la cosa in realtà migliore che si possa fare; comunque il dirigente Guerini nell’aprile 2014 (!) relaziona la Giunta uscente del sindaco Zanola sul fatto che anche Cossu indicava la messa in sicurezza con la copertura “capping” come non ambientalmente sostenibile.

Nel frattempo gli ex Sindaci Rosa e Zanola vengono inquisiti, per verificare se vi siano stati illeciti, abusi d’ufficio o altri atti non del tutto coerenti col loro ruolo di amministratori.

Alla fine vi sarà un non luogo a procedere.

QUESTA MEMORIA ….

parte dall’agosto 2019, quando una sentenza del TAR dichiara come non urgenti le bonifiche e alla fine il Tribunale ordinario assolve tutti….

…E questo è il parere delle Amministrazioni leghiste

…E queste sono le cose accadute a seguire

ACM nel corso dell’Estate 2019, ha ripreso la questione delle (sinora) mancate bonifiche, anche in base alla conclusione delle vicende giudiziarie in cui erano incorsi gli ex Sindaci Rosa e soprattutto Zanola correlate alle mancate bonifiche di 3 dei 4 siti già individuati nel corso degli anni ’90. In realtà trattasi di due diversi filoni di inchiesta in cui han lavorato il TAR e il Tribunale di Brescia. Sarebbe qui lungo ripercorrere tutta la storia ma basti in questo riepilogo evidenziare come la conclusione delle inchieste potrebbe essere sintetizzata come “non luogo a procedere”.

Ma la nostra curiosità non si è esaurita e abbiamo voluto capire cosa sia avvenuto da quando ad un certo punto, dopo il 2012, nulla è più accaduto…ma andiamo per ordine.

1) nel 2014 – Ordinanza di bonifica come ultimo atto della Amministrazione del Sindaco Elena Zanola
2) nel 2017 l’ordinanza viene annullata dal TAR per difetto di competenza di chi l’aveva firmata in quanto non l’ordinanza avrebbe dovuto essere emessa ma iniziata una causa; inoltre il TAR dichiara che sono mancati accertamenti istruttori a supporto della stessa ordinanza
3) nel 2018 l’Amministrazione del Sindaco Mario Fraccaro ha affidato incarichi all’ing.Bellini e all’avv.Bertuzzi per verificare i costi per un eventuale messa in sicurezza dei siti
4) nel 2019 la stessa Amministrazione avvia il ricorso cautelare ex-art 700 in quanto è stato accertato il contatto tra la falda acquifere ed il corpo rifiuti in una delle aree da bonificare
5) nel 2020 una sentenza cassa il ricorso ex-art 700 non riscontrando elementi di urgenza pur confermando una situazione di pericolo da contenere
6) “dovrebbe” essere in itinere con la Amministrazione del Sindaco Marco Togni un arbitrato che chiede l’abolizione dell’obbligo di bonificare da parte del Gruppo Systema

Intanto con la Amministrazione Togni ma in realtà col solo Sindaco Marco Togni (vedasi la querelle nell’elenco presentato sopra) nasce un diverbio su social e giornali in merito ad uno specifico aspetto della vicenda. Ma a dare la stura a tutto nell’Estate 2019 è stato il commento del Capogruppo leghista Davide Tiraboschi che, in merito alla “assoluzione” di Rosa e Zanola, così afferma : “Oggi finalmente si mette definitivamente fine a questa brutta pagina. E’ doveroso ricordare che il tutto partì da una denuncia a fini politici compiuta nel 2012 da rappresentanti di Area Civica Monteclarense …un accanimento nei confronti dei due ex sindaci che ha rubato loro la serenità ma di cui i monteclarensi non hanno mai dubitato”. ACM ha più di una volta affermato e dimostrato che nel 2012 fece solo una DIFFIDA che nulla ha a che vedere con DENUNCE o altri atti di ricorso alla Magistratura. Quella DIFFIDA era solo un atto politico e mai nessun ESPOSTO è stato depositato a nome e per conto di ACM ad alcun Tribunale. MA SE ANCHE FOSSE ACCADUTO ciò poteva semmai rientrare nei compiti e doveri di una minoranza consiliare che non stava vedendo fare le bonifiche e che sarebbe stato il tutto nel solco delle iniziative che anche negli anni precedenti aveva visto i Consiglieri di Area Civica farsi promotori di convegni, dibattiti, ordini del giorno e mozioni varie in difesa dell’ambiente e per capire quando sarebbero state fatte le tanto attese bonifiche.

Ci sarebbe ancora tanto da scrivere e leggere ma quel che conta in questa fase è il non far decadere l’attenzione alla questione.

Intanto ribadiamo un semplice concetto : se le bonifiche NON servissero più lo si deliberi formalmente con atti tecnico amministrativi ben precisi e se invece SERVONO ancora si faccia capire cosa si intenda fare.

….e come ulteriore informazione, due documenti interessanti che provengono da Regione Lombardia :